Il sistema economico globale, ma soprattutto quello
italiano, non funziona. L’incapacità gestionale della
politica e di chi è al potere condiziona il nostro
“status” al punto di farci sentire metaforicamente di
essere in gabbia, ostacolati ormai, ridotti a morti
viventi. Ecco la nostra condizione umana che ci
stritola e ci schiavizza togliendoci ogni speranza di
libertà e riscatto. La costruzione vede al suo centro
una gigantesca figura multibraccia. Il suo aspetto
ostile e feroce vuole simboleggiare la forza politica
che tiene stretto e ingabbiato il mondo e l’uomo.
In uno scenario apocalittico e tra le
macerie ancora ardenti, il Barbaro al
centro del carro, calpesta ferocemente
il corpo del David di Michelangelo,
innalza al cielo la sua testa ormai
tagliata, identificando con questo
macabro gesto l’inesorabile degrado
morale, culturale, economico e sociali
dei giorni nostri. Gli esempi recenti
purtroppo non mancano e il
costruttore lascia a tutti noi la scelta,
su la barbarie che più ci ha trafitto nel
corpo e nell’anima.
Il potere è stato eccezionalmente
abile in molto aspetti e uno di questi
è stato il suo mascheramento. Doveva
rimanere nell’ombra, celato dietro le
quinte del più grande spettacolo del
mondo. Eppure eccolo qui. Il più
trasgressivo, provocante e divertente
spettacolo. In questo circo beffardo e
dissacrante, rappresentato sul carro,
si scherza con la vita, il sesso,
l’eccesso, la crisi di valori, la follia e
l’ipocrisia che caratterizzano il nostro
tempo. Che lo spettacolo abbia inizio
Un clown brioso e sorridente sfila allegro sulla
costruzione. Pitturato in cartapesta, dirige
spensierato la gran festa. A renderlo gioviale,
sfumature e colori di Carnevale, coriandoli,
stelle filanti, maschere e l’immancabile satira
che interpreta con la bizzarra allegoria i
protagonisti della politica italiana. La morale
del carro è quanto mai semplice e diretta: pur
se cambia chi comanda e con lui tutta la
banda, la gente è un po’ depressa perché la
musica è la stessa.
Il gigantesco mostro marino che divora
le vite di migliaia di migranti in fuga è il
simbolo dell’abominio contro l’umanità
che si sta consumando nelle acque del
Mediterraneo davanti all’impotenza e
all’incapacità di far fronte a questa
emergenza. L’Unione europea –
ammoniscono i costruttori – ha lasciato
l’Italia da sola, mentre il mondo della
finanza stritola l’uomo e causa quella
povertà che genera il fenomeno della
migrazione.
Raffigurato come un settecentesco pseudo nobile è
Matteo Salvini leader della Lega, il protagonista
della costruzione. In una mano tiene Chucky ovvero
Marine Le Pen, nell’altra una tromba da stadio
ultimo modello, alle sue spalle i ritratti sorridenti
della nuova destra xenofoba di una Europa sempre
più ostaggio di paura di diffidenza. Si Salvi chi può
ammoniscono i due costruttori.
L’Italia è la Nazione che detiene il
primato delle vittime sul lavoro in
Europa. Troppo spesso la vita si
baratta per uno stipendio, talvolta
misero e indecente. Negli ultimi
anni le morti bianche si sono
diffuse largamente, divenendo un
cancro sociale difficile da
sconfiggere, destinato a far
collassare la nostra società. Al
centro del carro una enorme testa
di drago spalanca le fauci fameliche, pronte ad assalire il manichino-lavoratore; le ruspe spazzano
via ogni ambiente malsano, mezzi obsoleti e insicuri e strutture fatiscenti. La costruzione vuole
essere un monito alla nostra società affinchè acquisisca una cultura delle imprese e del lavoro più
consapevole, che sappia rispettare e salvaguardare le risorse più preziose: quelle umane.
Come ai tempi della Torre di Babele, la possibilità di
comunicare tra gli uomini fallisce sempre di fronte alla
vanità di sentirsi migliore degli altri, così oggi la vanità
trova una nuova vetrina sul mondo dei social. Marc
Zuckerberg ci ha offerto Facebook, una nuova forma di
comunicazione globale, un linguaggio universale dove
tutti possono scambiare opinioni, pensieri, idee e
magari, perché no, migliorare il mondo. Ma l’uomo
continua a sfruttare la possibilità di comunicare alle
masse solo per mettere in mostra i propri super poteri e
sostituirsi a Dio. Chissà se un giorno anche questa torre
crollerà, si domando i costruttori.
Il carro trae spunto dalla storia di 28.800
paperelle di plastica, disperse in mare nel
1992, nel naufragio del cargo che le stava
trasportando ad un’azienda del nord America
e che ancora oggi vagano in giro per gli Oceani
come fossero vere e proprie armi improprie
puntate sulle fauna marina. La costruzione
vuole essere una denuncia contro l’abuso della
plastica che quasi mai viene smaltita in modo
corretto ed oggi è un pericolo per
l’ecosistema. L’innocente bambola al centro
del carro non narra una storia a lieto fine, ma
è il simbolo della minaccia di un
avvelenamento da plastica che uccide ogni
anno migliaia di pesci e uccelli marini.
Senza dubbio Viareggio ha
perso il sapore del tempo
passato. La città – ricorda il
costruttore - non è più quella
di una volta. Certo – ammette
- non bisogna vivere di solo
passato, ma nemmeno perdere
via via sempre più quella
gloriosa identità che ha
contraddistinto negli anni che
furono. Viareggio, la “Perla del
Tirreno” meta amata da molti
artisti, ma anche da gente
comune venuta a godersi il fresco delle nostre pinete, il nostro mare, la nostra Passeggiata, oggi è
una città in difficoltà e schiacciata dal dissesto economico e dalla sfiducia. Eppure la voglia di
rimboccarsi le maniche e recuperare i grandi valori del passato, le tradizioni artistiche e culturali
viareggine, c’è. Una costruzione che ha un messaggio per Viareggio e i viareggini, ma che può
essere esteso metaforicamente a tutti, affinchè tutti ci impegniamo nel valorizzarci e nel costruire.
Magicamente apparso a capo del governo Matteo Renzi sta incantando gli italiani con le sue magie.
Con il potere delle illusioni il premier riesce, volta a volta, a conquistare i consensi per ottenere la fiducia del Parlamento, ammaliando un po’ gli uni, un po’ gli
altri. Ma i nemici, sia dell’opposizione che interni al PD, però, si fanno sempre più forti ed agguerriti raccogliendo i malumori degli italiani. Riuscirà
Renzi a trasformare il piombo in oro e mantenere il
suo ruolo fino alle elezioni del 2018? Oppure seguirà
il declino dell’alchimia antica, lasciando di nuovo
l’Italia di fronte ad uno scenario incerto? Ecco il
senso di questo carro di satira politica: l’Alchimista e
il potere delle illusioni.
Non esiste famiglia migliore di quella dove ognuno
si sente amato e protetto
Tutto nasce dal prendere atto che la definizione di
“famiglia” ha avuto negli ultimi decenni
un’evoluzione sostanziale e, come tutte le evoluzioni
che si rispettino, c’è quella parte di società che non
accetta il cambiamento. L’opinione pubblica si
divide tra il riconoscimento e la validità delle
famiglie di nuova generazione e la difesa
appassionata di un modello tradizionale. La parte di
collettività intimorita, “bacchetta” rigorosamente
tutto ciò che non è conforme ai dettami conservatori,
autoproclamandosi custode della generazione umana
ignorando, di fatto, che proprio i bambini che oggi
vivono con candida normalità questa “diversità”,
domani saranno quelli che porranno fine a
quest’acceso dibattito.